L’incertezza per la situazione internazionale complessa c’è, ma nel Cuneese il sentiment delle imprese manifatturiere registra un miglioramento rispetto alla rilevazione di dicembre: tornano positivi i saldi su ordini totali (da -10,5% a +3,4%) e produzione (da -8,1% a +5,6%), con il 19% delle aziende che prevede un aumento dei livelli produttivi. Il saldo sull’occupazione passa da 4,1% a 12,8%, mentre si riduce l’utilizzo della cassa integrazione (da 9,9% a 6,3%). Questo il dato saliente emerso giovedì mattina, al Grattacielo Piemonte, in occasione del Consiglio Generale di Confindustria Cuneo dedicato alla valorizzazione del Made in Italy, a cui hanno partecipato il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano. I dati hanno riguardato l’indagine congiunturale con le previsioni delle imprese cuneesi per il secondo trimestre 2025.
L’analisi – curata dal Centro Studi dell’Associazione sulla base delle valutazioni di circa 300 imprese, di cui 200 manifatturiere e 100 dei servizi – evidenzia un rilancio della fiducia, soprattutto nel comparto manifatturiero, che dopo un avvio d’anno cauto torna a crescere su alcuni dei principali indicatori.
A livello piemontese, l’indagine condotta a fine marzo ha coinvolto quasi 1.300 imprese, segnalando una discreta tenuta del tessuto produttivo regionale, con saldi tornati positivi su produzione e ordini interni, mentre restano negative le previsioni sull’export, condizionate da uno scenario internazionale alquanto incerto. In ripresa anche gli investimenti, con un lieve calo del ricorso alla cassa integrazione e una prosecuzione della fase espansiva nei servizi, pur con qualche segnale di rallentamento.
Nel Cuneese gli investimenti significativi coinvolgono il 23,9% del campione (-2 punti), mentre quelli marginali il 52,3% (contro 51,8%). Il tasso di utilizzo di impianti e risorse rimane stabilmente al di sopra del livello di ciclo economico normale, senza particolari variazioni (77,3% contro il precedente 77,2%). Permangono incertezze sui mercati esteri (il saldo ordini dall’estero resta fermo a -4,8%) e crescono le preoccupazioni su prezzi di commodity e logistica. Le attese su un aumento dei prezzi energetici sono più che raddoppiate, passando da 26,7% a 60,9%.
Guardando ai singoli settori, la metalmeccanica rimane orientata alla prudenza pur con il recupero di alcuni indicatori (ordini totali e produzione: da -15,4% per entrambi a -9,8% e -3,9%; attese sulle vendite all’estero: da -6,3% a -16,3%; prospettive su occupazione: da 0 a 5,9%; ricorso alla cassa integrazione da 9,6% a 10,2%); espansive le indicazioni provenienti dall’alimentare (nuovi ordini: da -16,1% a +17,6%; occupazione: da 9,7% a 20,6%); più positivo rispetto al primo trimestre il clima di opinione tra le imprese di edilizia e indotto (livelli produttivi: da -8,3% a +7,5%; ricorso a cassa integrazione: da 19,4% a 7,7%); rimangono favorevoli, ma più caute, le attese delle aziende della chimica e gomma-plastica (livelli produttivi: da 12,5% a 0; ordini totali: da +6,3% a -5,9%; occupazione: da 0 a 23,5%; ricorso alla Cig: da 6,3% a 5,9%); recupera la fiducia tra le imprese della cartaria-grafica (livelli produttivi e nuovi ordini: da -33,3% per entrambi a 14,3% e 28,6%); continua a essere cedente il clima di opinione delle realtà attive nell’ambito dell’estrazione e lavorazione di minerali non metalliferi (livelli produttivi a -33%, ordini a -22,2% e vendite all’estero -16,7%).
Per quanto concerne i servizi, le circa 100 imprese interpellate mantengono un clima di fiducia favorevole, anche se con qualche indicatore in rallentamento. Le attese sul livello di attività si attestano a 9,1% (da 9,4%), mentre quelle sugli ordinativi scendono a 2,3% (da 4,7%). In miglioramento le prospettive occupazionali (da 7,1% a 9,1%). Stabile all’1,2% la quota di aziende che prevedono il ricorso alla cassa integrazione.
Nel comparto trasporti e logistica, il saldo sul livello di attività, pari a 20% a dicembre, perde oltre 26 punti e si attesta -6,7%. Si mantengono invece espansive le attese nei servizi innovativi (nuovi ordini: da 11,8% a 13,5%; occupazione: da 14,7% a 18,9%). Pur con il recupero di alcuni indicatori, le attese nei servizi commerciali e turistici sono improntate alla prudenza (livello di attività da -25% a 0; nuovi ordini da -33,3% a -21,4%; occupazione da -8,3% a +7,1%); è favorevole, infine, il clima di fiducia tra le imprese delle utilities: passano entrambi da zero a 25% i saldi su livello di attività e acquisizione di nuovi ordini; il saldo sull’occupazione recupera 41,7 punti ed è pari a sua volta a 25%.
Come ogni primavera, l’indagine ha raccolto anche i consuntivi economico-finanziari dell’anno precedente. Il 2024 si è chiuso positivamente per la maggior parte delle imprese cuneesi: il 70,8% ha chiuso in utile, il 35,6% ha aumentato il fatturato e oltre la metà (53,4%) ha incrementato gli investimenti. Tra le manifatturiere, il 73,7% ha chiuso in utile, mentre solo il 6,7% ha subito una perdita (7,4% l’anno precedente). Il 58,4% delle aziende ha aumentato gli investimenti (contro il 29,8% del 2023). Nei servizi, il 45,5% delle imprese ha registrato un fatturato in crescita a fronte del 19,3% che lo ha visto diminuire e del 28,4% che lo ha mantenuto ai livelli dell’anno precedente.
«I dati confermano la solidità del sistema produttivo cuneese – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Cuneo, Mariano Costamagna -. Il 2024 si è chiuso con risultati incoraggianti, soprattutto sul fronte degli investimenti: quasi il 60% delle imprese manifatturiere ha aumentato la spesa, a testimonianza di un tessuto imprenditoriale dinamico, che non ha paura di esplorare nuove frontiere, sia tecnologiche che di mercato. Il nostro compito è accompagnare questa spinta oltre i confini tradizionali, in un contesto internazionale sempre più complesso, tra dazi e tensioni geopolitiche, affinché si traduca in crescita strutturale».
«Dall’indagine emergono segnali positivi, in particolare nella manifattura, dove si registra una ripresa su ordini e produzione – ha commentato il Direttore generale di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio -. Il sistema cuneese è fatto di aziende che guardano oltre complessità e difficoltà. Servono però strumenti concreti, semplici e non penalizzanti per sostenerle nelle tante sfide, a partire dalla transizione green e dagli investimenti. È così che potremo raccontare tante nuove storie di imprese che sanno andare oltre i confini».
«In questa prima parte del 2025 – ha aggiunto Elena Angaramo, responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo – gli indicatori prospettano una crescita moderata, ma con potenziali accelerazioni. Molto dipenderà dall’evoluzione dello scenario internazionale: le tensioni geopolitiche e i rincari delle commodity potrebbero infatti rallentare la ripresa. Tuttavia, il buon andamento di investimenti e occupazione lascia spazio a un cauto ottimismo».
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