Negli ultimi anni il turismo ha smesso di essere solo un fatto di numeri e statistiche. Oggi si guarda a questo fenomeno come a un elemento che incide profondamente sulla vita delle comunità che ospitano i visitatori. Le città e i territori non sono più visti come contenitori, ma come spazi vivi dove si intrecciano storie, culture e identità. Questa trasformazione impone una nuova riflessione sul modo in cui si pensa e si gestisce il turismo, con un’attenzione crescente al valore delle relazioni e alla qualità dell’esperienza.
ripensare il turismo: oltre la crescita economica
Il turismo, per lungo tempo, è stato considerato un motore fondamentale di sviluppo economico. Numeri sulle presenze, fatturati e flussi turistici erano i parametri dominanti nelle politiche di settore. Oggi questa visione appare riduttiva. La trasformazione culturale e sociale legata al turismo coinvolge direttamente le comunità locali e la loro qualità di vita. Il turismo diventa uno spazio di incontro e di scambio umano, non solo un affare commerciale.
Per questa ragione il turismo andrebbe considerato come un’opportunità per costruire valore condiviso, non solo per attrarre visitatori. Questo implica una revisione delle strategie: occorre mettere al centro le persone, le interazioni, le specificità culturali e ambientali di ogni territorio. I modelli tradizionali devono lasciare spazio a approcci che valorizzino la diversità e rispettino le identità locali. Inoltre, è fondamentale un sistema di governance che coinvolga enti pubblici e privati, istituzioni e comunità, per costruire una visione condivisa e duratura.
Questa gestione integrata aiuta a bilanciare sviluppo e tutela, trasformando il turismo in una leva che sostiene la vita delle città senza schiacciarla sotto la pressione eccessiva. Si tratta di un equilibrio delicato, dove ogni azione deve tener conto degli impatti sociali, ambientali e culturali.
nuovi desideri: il turista come parte della comunità
Il profilo del turista sta cambiando. Non basta più offrire monumenti o attrazioni da ammirare a distanza. Chi viaggia oggi cerca esperienze autentiche e coinvolgenti. Vuole toccare con mano la vita reale del territorio, conoscere la gente, capire le storie dietro i luoghi. Quel “vivere il territorio” non è uno slogan vuoto, ma un modello che mette al centro la qualità delle relazioni umane.
Questo significa che le destinazioni devono sapersi trasformare in spazi capaci di accogliere, coinvolgere e arricchire sia il visitatore sia la comunità ospitante. La sfida supera il semplice ritorno dei turisti, perché conta soprattutto cosa racconteranno dopo l’esperienza. Il passaparola diventa allora una risorsa potente, capace di consolidare un’immagine reale e positiva o, al contrario, di diffondere impressioni negative.
Curare ogni dettaglio dell’esperienza turistica diventa parte di una narrazione collettiva che coinvolge tutti: operatori, cittadini, istituzioni. Solo così il turista può trasformarsi in un ambasciatore autentico della destinazione, contribuendo a costruirne la reputazione in modo sostenibile.
governance multilivello e partecipazione dei territori
Gestire il turismo oggi richiede modelli organizzativi efficaci che coinvolgano più attori. Non basta più un approccio verticale o frammentato. Serve una governance multilivello, che permetta alla pubblica amministrazione, ai privati, alla società civile di cooperare e coordinarsi. Solo così è possibile affrontare le molteplici dimensioni che il turismo apre, dai temi culturali a quelli ambientali e sociali.
Questo modello di collaborazione si traduce in processi partecipativi concreti. Le strategie di sviluppo turistiche devono nascere dalla coprogettazione, dando voce a tutti gli attori coinvolti. La coesione e il confronto continuo aiutano a definire obiettivi realistici e ad evitare conflitti tra esigenze diverse.
evento “tourisma 2025” a giardini naxos
Un esempio importante di questa pratica è l’esperienza maturata recentemente a Giardini Naxos, in Sicilia, con l’evento “Tourisma 2025: destinazioni e confini”. L’iniziativa ha riunito istituzioni, operatori, cittadini e stakeholder in un dialogo aperto volto a individuare modelli sostenibili e condivisi. Qui è nato il “Manifesto per il Turismo Sostenibile”, un documento programmatico che raccoglie idee e proposte da sottoporre alle amministrazioni per guidare le politiche future.
il concetto di restanza e le destinazioni radicate
Nella riflessione attuale sul turismo spicca il concetto di “restanza”. Questa parola indica una scelta attiva di permanenza e impegno nei confronti del proprio territorio. La restanza si fonda su cura, rispetto e responsabilità verso il luogo in cui si vive, e diventa un pilastro per un turismo capace di essere generativo e duraturo.
Le destinazioni che sanno valorizzare questa dimensione offrono ambienti accoglienti oltre ai servizi tradizionali. Si impegnano a costruire relazioni autentiche e spazi dove residenti e visitatori si sentano al sicuro e rispettati. Il turismo così inteso non è più una presenza occasionale o superficiale, ma un elemento che intreccia l’identità di comunità e territorio.
Per attivare processi di restanza occorre coinvolgere con continuità tutti i portatori di interesse, dalle imprese locali ai cittadini. Diventa essenziale formare e aggiornare chi opera nel settore per rispondere a bisogni diversificati e orientati a contenuti profondi e significativi dell’esperienza turistica.
turismo sostenibile e processi di coprogettazione
Tutto il sistema turistico si basa sulla costruzione di relazioni, tra persone e fra persone e ambiente. Per avere senso e durata, questi legami devono essere attivati con azioni specifiche: interventi che valorizzino le caratteristiche uniche dei territori, coerenti con le priorità espresse dalla comunità locale. Solo così il turismo si trasforma in uno scambio continuo di ascolto e crescita.
La sostenibilità non è più un semplice obiettivo da inseguire, ma un processo che richiede impegno e collaborazione tra attori diversi. Le destinazioni che lavorano su questa base creano un tessuto sociale e culturale forte, che sostiene l’economia senza consumare risorse o alterare equilibri fondamentali.
L’esperienza di “Tourisma 2025”, con il suo “Manifesto per il Turismo Sostenibile”, rappresenta una delle tappe di questo percorso. Il documento mira a definire linee guida operative da portare avanti sul piano locale e regionale, in modo coerente anche con le iniziative della Santa Sede e delle Nazioni Unite. Questo lavoro trova continuità nella preparazione della giornata mondiale del turismo 2025, dedicata al tema dello sviluppo sostenibile.
Il turismo, così declinato, non resta fenomeno isolato, ma diventa occasione di crescita culturale, economica e sociale per i territori italiani e non solo.
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