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Made in Italy, l’innovazione parte dalla ricerca: 37 start-up nate da IIT


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Ricerca

22 Aprile 2025

Ricerca e innovazione diventano impresa: è questo il volto raccontato alla Camera in occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, l’Istituto Italiano di Tecnologia ha presentato i risultati del suo impegno nel trasferimento tecnologico


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Ricerca e innovazione diventano impresa: è questo il volto del Made in Italy raccontato alla Camera dei deputati, durante l’evento “Innovazione e Impresa: la ricerca per il Made in Italy”. In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ha presentato i risultati del suo impegno nel trasferimento tecnologico: 37 start-up nate da ricerca scientifica, 140 milioni di euro di investimenti raccolti, oltre 250 persone coinvolte.

L’iniziativa è stata promossa dal MIMIT su iniziativa dell’On. Alberto Luigi Gusmeroli (Presidente della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo) e dell’On. Simone Billi (III Commissione Affari esteri e Comunitari). Formazione, ricerca e innovazione sono pilastri del Made in Italy, ha sottolineato Gusmeroli, chiedendo più connessioni tra aziende, scuole e università.

Secondo Giorgio Metta, Direttore Scientifico di IIT, la ricerca italiana “ha un impatto concreto sulla vita di tutti noi”. Le start-up nascono da quattro aree: nanomateriali (38%), scienze della vita (32%), robotica (27%), scienze computazionali (3%).

Tra i casi di successo, IAMA Therapeutics di Laura Cancedda e Marco De Vivo, nata da IIT, con il supporto della Fondazione Telethon, ha annunciato l’assenza di tossicità del suo candidato farmaco IAMA-6 e un nuovo round di investimenti da 15 milioni di euro, guidato da Indaco Venture Partners SGR, con Fondazione Enea Tech e Biomedical, Claris Ventures SGR e CDP Venture Capital SGR. La ricerca diventa così una leva strategica per la competitività del Made in Italy.

«Quando le nostre eccellenze del Made in Italy trovano mercati esteri, sono autostrade di business, di ricavi, di redditività», ha ricordato l’On. Gusmeroli a margine della presentazione. «Il nostro compito è stare loro vicino», ha spiegato, sottolineando il ruolo cruciale delle piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia italiana e tratto distintivo rispetto ad altre economie globali. In un momento complesso, ad esempio sul fronte dei dazi, proprio le PMI possono rappresentare la nostra forza. Per questo, ha aggiunto, è fondamentale che la politica sia sempre più vicina al mondo della ricerca, dell’innovazione e dell’impresa.

«D’altra parte, riusciamo — con tutte le nostre difficoltà, burocrazie e complicazioni — a essere presenti negli scenari internazionali e a primeggiare. Questo dimostra che siamo un grande Paese, fatto da grandi imprese e grandi istituti di ricerca. L’Istituto Italiano di Tecnologia è un vanto per l’Italia, un orgoglio che può competere con i migliori istituti del mondo». Per continuare ad attrarre investimenti, le priorità restano la sburocratizzazione e la semplificazione. Occorre inoltre puntare sulla formazione già dalla scuola primaria, ha proseguito Gusmeroli.

Nell’indagine conoscitiva sull’intelligenza artificiale, ha ricordato, è emerso un ritardo da colmare rispetto a Paesi come Stati Uniti e Cina. «Ma l’Italia, forte di un ingegno senza pari, può giocare un ruolo centrale anche a livello europeo, affinché l’Europa diventi più competitiva nel campo dell’intelligenza artificiale», ha concluso.

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«IAMA Therapeutics è una start-up nata all’interno dell’Istituto Italiano di Tecnologia con l’obiettivo di sviluppare nuovi farmaci per i disturbi del neurosviluppo», ha spiegato a margine dell’evento Marco De Vivo, cofondatore scientifico di IAMA Therapeutics e Principal Investigators presso IIT. «Un aspetto molto importante è l’integrazione tra strategie all’avanguardia per l’intervento in neuroscienze e tecnologie di sviluppo per nuove molecole che si basano su intelligenza artificiale e simulazioni ad alte prestazioni (HPC)», ha spiegato.

Questo approccio ha permesso di accelerare lo sviluppo di nuove molecole in modo più efficiente, portandole rapidamente alle fasi cliniche. «IAMA Therapeutics è partita da un progetto di base, in cui studiavamo i meccanismi di un certo target, di cui la mia collega Laura Cancedda è esperta. Io sono stato il chimico che ha progettato le molecole capaci di modulare quel target e generare un effetto farmacologico positivo sui problemi del neurosviluppo», ha concluso.

Non si tratta solo di finanziare una singola impresa, ma di investire in un sistema Paese, ha sottolineato Maria Cristina Porta, Direttore Generale della Fondazione Enea Tech e Biomedical, a margine dell’evento.

La Fondazione, ha spiegato, è un investitore istituzionale: non agisce come un venture capital tradizionale, ma interviene per supportare progetti d’impresa e di ricerca con un impatto concreto sul benessere della popolazione. 

«Nasce per valorizzare le competenze del nostro Paese, attrarne anche dall’estero e supportare il percorso che va dall’analisi alla messa sul mercato delle soluzioni», ha chiarito Porta.

«IAMA Therapeutics nasce dall’Istituto Italiano di Tecnologia, una struttura che già mette a sistema competenze, tecnologie, facilities: un generatore di ricerca che si trasforma in impresa. I tempi e i rischi nel settore biomedico sono altissimi». La Fondazione può facilitare la costruzione di un ecosistema che accompagni la ricerca fino al mercato, «intervenendo proprio nei passaggi più critici e complessi», ha concluso.

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Sofia Gorgoni


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