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Autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI: come accedere ai fondi


Dal 4 aprile 2025 è ufficialmente attivo il nuovo sportello per la richiesta di agevolazioni dedicate all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili da parte delle piccole e medie imprese (PMI). L’iniziativa è parte integrante della Misura 7 – Investimento 16 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e si basa sul decreto direttoriale del 14 marzo 2025, con l’obiettivo di sostenere economicamente le imprese che scelgono di investire in tecnologie green.

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Le agevolazioni coprono l’installazione di impianti fotovoltaici e minieolici, sia per l’autoconsumo immediato sia per quello differito, tramite l’utilizzo di sistemi di accumulo. La gestione delle domande è affidata a Invitalia, e le imprese interessate avranno tempo per presentare richiesta fino alle ore 12.00 del 17 giugno 2025, come stabilito dalla proroga introdotta con il decreto del 31 marzo 2025.

L’apertura dello sportello rappresenta un’opportunità concreta per le PMI di ridurre i costi energetici, migliorare la propria sostenibilità ambientale e contribuire attivamente alla transizione ecologica del Paese.

Nei prossimi paragrafi approfondiremo quali sono le fonti rinnovabili ammesse al finanziamento e come presentare correttamente domanda per accedere ai fondi disponibili.

Quali sono le fonti rinnovabili ammesse alle agevolazioni?

Le fonti rinnovabili sono risorse naturali che si rigenerano continuamente e, per questo, vengono considerate inesauribili nel tempo. A differenza delle fonti fossili, non producono emissioni climalteranti durante il loro utilizzo e rappresentano una leva strategica per il futuro energetico del Paese.

Nel contesto delle agevolazioni previste dallo sportello attivo dal 4 aprile 2025, l’attenzione si concentra su due tipologie di fonti rinnovabili:

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  • energia solare: tramite impianti fotovoltaici, che trasformano la luce del sole in energia elettrica. Questi impianti possono essere installati sui tetti degli edifici aziendali o su terreni di proprietà, e rappresentano una delle soluzioni più diffuse per l’autoproduzione di energia;
  • energia eolica: attraverso impianti mini eolici, che sfruttano la forza del vento per generare energia meccanica, successivamente convertita in elettricità. Questa tecnologia è particolarmente adatta in aree caratterizzate da ventosità costante.

L’intervento previsto dal decreto si focalizza su questi due sistemi perché offrono elevata efficienza, facilità di installazione e buona integrazione con le realtà produttive di piccole e medie dimensioni. L’obiettivo è chiaro: favorire l’autonomia energetica delle imprese, ridurre i costi di approvvigionamento e accelerare la transizione verso un’economia più sostenibile e resiliente.

​​Secondo le stime pubblicate da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale in alta e altissima tensione, nei primi sei mesi del 2024 la produzione di energia da fonti rinnovabili ha superato per la prima volta quella da fonti fossili. Un risultato storico, trainato da un incremento del 27,3% rispetto al primo semestre 2023 nella produzione da rinnovabili, che segna un punto di svolta nella transizione energetica del Paese.

Il sorpasso evidenzia l’efficacia degli investimenti e delle politiche di sostegno alle energie pulite e conferma il crescente ruolo delle fonti come solare, eolico, idroelettrico e biomasse nel mix energetico nazionale. Un trend che, se confermato nei prossimi mesi, potrebbe avvicinare sempre più l’Italia agli obiettivi europei di decarbonizzazione e sostenibilità.

Perché conviene alle imprese investire nelle fonti rinnovabili?

Le fonti rinnovabili non rappresentano solo una scelta sostenibile, ma anche un’opportunità concreta di crescita e risparmio per le piccole e medie imprese. I vantaggi sono molteplici e toccano sia l’ambito economico che quello strategico e reputazionale:

  • riduzione dei costi energetici nel medio-lungo periodo: dopo l’investimento iniziale, l’energia autoprodotta permette di abbattere significativamente le bollette, assicurando un ritorno economico costante nel tempo. L’indipendenza energetica diventa così una risorsa preziosa;
  • accesso ad agevolazioni e contributi pubblici: grazie al sostegno previsto da fondi statali ed europei – come le misure del PNRR – le imprese possono affrontare l’investimento con maggiore serenità, riducendo il rischio finanziario e rendendo subito più accessibile l’adozione delle tecnologie rinnovabili;
  • maggiore indipendenza dai rincari energetici: in un contesto di mercato segnato da forte volatilità, autoprodurre energia significa proteggersi dalle fluttuazioni dei prezzi e assicurarsi una maggiore stabilità gestionale;
  • riduzione dell’impronta ecologica: l’utilizzo di fonti rinnovabili consente di abbattere le emissioni climalteranti, contribuendo in modo diretto agli obiettivi di sostenibilità ambientale fissati a livello nazionale ed europeo;
  • miglioramento dell’immagine aziendale: le imprese che investono in sostenibilità migliorano la loro reputazione presso clienti, partner e stakeholder, rispondendo alle crescenti aspettative del mercato in termini di responsabilità ambientale.

In sintesi, le rinnovabili rappresentano una scelta vincente non solo sul piano ambientale, ma anche per la competitività e l’innovazione aziendale.

Perché oggi è ancora più fondamentale investire nelle energie rinnovabili e nell’autoproduzione?

Negli ultimi anni, l’interesse per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili è cresciuto in modo significativo, spinto da una combinazione di fattori economici, ambientali e geopolitici.

L’instabilità dei mercati energetici globali, aggravata da tensioni internazionali e crisi di approvvigionamento, ha messo in luce la fragilità del sistema basato sui combustibili fossili. Un esempio emblematico è stato il conflitto in Ucraina, che ha reso ancora più urgente per le imprese ridurre la propria dipendenza energetica dall’estero.

Parallelamente, l’Unione Europea, attraverso il Green Deal, ha fissato obiettivi ambiziosi per la neutralità climatica entro il 2050, tracciando una rotta chiara verso un futuro più sostenibile e resiliente.

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In questo contesto, le energie rinnovabili assumono un ruolo strategico. Non solo rappresentano una soluzione concreta per ridurre l’impatto ambientale, ma offrono anche un potente strumento di rafforzamento della competitività e della stabilità delle PMI. Investire oggi in impianti fotovoltaici o minieolici significa prepararsi a un futuro in cui la sostenibilità sarà sempre più un fattore chiave di successo e innovazione.

Ora vediamo nel dettaglio quali sono le modalità di accesso ai fondi e a quanto ammontano le agevolazioni disponibili.

Come funzionano le agevolazioni?

Quali sono le agevolazioni previste e quanti fondi sono disponibili? Che tipo di impianti possono essere finanziati?

Come accennato prima, le agevolazioni previste dal nuovo sportello PNRR per le PMI sono concesse sotto forma di contributo in conto impianti, e coprono le spese relative a programmi di investimento per:

  • impianti solari fotovoltaici destinati all’autoconsumo;
  • impianti mini eolici per la produzione di energia elettrica da utilizzare internamente.

Sono finanziabili sia gli impianti progettati per il consumo immediato, sia quelli che prevedono il consumo differito tramite sistemi di accumulo.

Le percentuali di contributo previste sono le seguenti:

  • 40% per micro e piccole imprese;
  • 30% per medie imprese;
  • 30% aggiuntivi per la realizzazione di sistemi di stoccaggio dell’energia;
  • 50% per la diagnosi energetica funzionale all’investimento.

Le spese ammissibili devono essere comprese tra 30.000 euro e 1 milione di euro.

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Il fondo complessivo stanziato è pari a 320 milioni di euro, con una riserva:

  • del 40% destinata alle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia);
  • e un ulteriore 40% riservato a micro e piccole imprese su tutto il territorio nazionale.

Chi può accedere ai fondi?

L’agevolazione è rivolta a tutte le PMI operanti in Italia, purché in possesso dei requisiti previsti.

Sono escluse:

  • le imprese attive nel settore carbonifero;
  • le aziende impegnate nella produzione primaria di prodotti agricoli, nella pesca e nell’acquacoltura;
  • le attività non conformi al principio europeo DNSH – Do No Significant Harm, ovvero che arrecano danno significativo all’ambiente (Regolamento UE 2020/852).

Modalità e tempi per la presentazione delle domande

Le richieste di agevolazione devono essere presentate esclusivamente in formato elettronico attraverso la piattaforma dedicata sul sito di Invitalia, soggetto attuatore della misura.

Le scadenze ufficiali sono:

  • Apertura dello sportello: ore 12:00 del 4 aprile 2025.
  • Chiusura delle domande: ore 12:00 del 17 giugno 2025 (come stabilito dalla proroga introdotta con il decreto del 31 marzo 2025).

Per completare correttamente la domanda sarà necessario allegare la documentazione indicata nel decreto direttoriale del 14 marzo 2025, che definisce anche criteri di ammissibilità e modelli di presentazione.

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