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D’Angelo (Engineering): “Con il digitale l’acqua si salva: servono visione e governance”


Dall’Internet of Things ai Digital Twin, dalla manutenzione predittiva al billing certificato: le tecnologie digitali sono oggi un alleato decisivo nella lotta alla crisi idrica. Nell’intervista a Umberto D’Angelo, Direttore Business Development Energy & Utilities, viene spiegato come Engineering, leader nei processi di digitalizzazione per aziende e pubblica amministrazione con 14mila dipendenti e circa 40 sedi in tutta Italia, stia intervenendo nella gestione delle risorse idriche con soluzioni innovative. L’intervista affronta i nodi strutturali italiani, dalle reti obsolete alla bassa propensione all’investimento, ma anche le soluzioni per invertire la rotta, tra cui piattaforme avanzate di gestione, modelli predittivi, e sistemi per il riuso delle acque reflue. Centrale anche il tema della governance: l’Italia può essere un benchmark europeo, ma serve una visione integrata, a lungo termine.

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D’Angelo (Engineering): “Con il digitale l’acqua si salva: servono visione e governance”

Il digitale può essere un alleato nella lotta alla crisi idrica. Direttore, quali sono, secondo lei, le potenzialità delle nuove tecnologie, come l’Internet of Things (IoT) e l’analisi dei dati, per ottimizzare la gestione dell’acqua e ridurre gli sprechi?

Senza dubbio la tecnologia rappresenta un alleato fondamentale nella gestione sostenibile delle risorse idriche. Oggi abbiamo a disposizione strumenti digitali che permettono non solo di monitorare e controllare il consumo d’acqua in tempo reale, ma anche di prevedere eventuali criticità, prevenire sprechi e migliorare l’efficienza delle infrastrutture. L’analisi avanzata della mole immensa di dati provenienti da sensori IoT, SCADA, smart meters, effettuata attraverso l’Intelligenza Artificiale, permette non solo di individuare anomalie nel sistema, come perdite o consumi anomali, e di intervenire tempestivamente per risolverle prima che diventino critiche (manutenzione reattiva), ma anche di prevedere ed anticipare l’insorgere di una perdita al verificarsi di determinate condizioni di pressione e portata (manutenzione predittiva). Le tecnologie abilitanti sono quindi i Big Data, l’IoT e l’AI. Attraverso poi il Digital Twin si possono creare “gemelli digitali” delle infrastrutture idriche con cui simulare scenari, ottimizzare i processi e pianificare interventi mirati.

Engineering è nota per le sue soluzioni digitali. Quali tecnologie innovative state applicando per migliorare l’efficienza nella gestione delle risorse idriche?

In Engineering abbiamo sviluppato e adottato una serie di soluzioni digitali avanzate per migliorare la gestione delle risorse idriche. Tra queste, spicca MDM Water, una piattaforma di Metering Data Management all’interno di Neta Open Suite, che raccoglie e analizza i dati dai contatori intelligenti, per monitorare il consumo in tempo reale, validare le letture dei consumi per una fatturazione a ciclo continuo tempestiva ed efficiente, ed individuare eventuali perdite, migliorando l’efficienza complessiva del servizio idrico.

Stiamo anche lavorando sull’ottimizzazione degli acquedotti, come dimostrano vari progetti, come ad esempio quelli con Acque Bresciane, Uniacque e Acqua Latina, nei quali utilizziamo modelli predittivi per ridurre le perdite idriche e migliorare la gestione delle risorse.

Inoltre, abbiamo sviluppato piattaforme web e mobile per rendere più semplice e trasparente la gestione dell’acqua da parte di cittadini e operatori, riducendo anche i tempi di fatturazione e migliorando la customer experience.



L’Italia è un Paese ad alta vulnerabilità climatica. Quali sono, secondo lei, i principali ostacoli che il Paese deve superare per garantire una gestione sostenibile dell’acqua, e come possono essere affrontati attraverso l’innovazione tecnologica?


L’Italia si trova ad affrontare sfide significative nella gestione dell’acqua, a partire dalla dispersione idrica, che oggi supera il 40% a causa di reti obsolete e infrastrutture poco efficienti. Un altro problema è rappresentato dai bassi investimenti nel settore anche a causa delle tariffe idriche eccessivamente basse: il nostro Paese investe meno della media europea, rallentando così l’innovazione e il miglioramento del servizio.

È necessario concentrare gli investimenti in strumenti che massimizzino il return on investment: un esempio è il billing su dati di consumo effettivi e certificati del singolo utente, che supera finalmente l’anacronistica ripartizione dei consumi idrici effettuata dagli amministratori dei condomini. Pagando per l’effettivo consumo, l’utente sarà più incentivato ad un uso cosciente e virtuoso della risorsa idrica. Engineering è leader indiscusso nell’implementazione di sistemi di billing moderni e performanti, in Italia ma anche all’estero.

Come Engineering sta contribuendo alla transizione verso un’economia circolare nel settore idrico, e quali sono i progetti più significativi in questo ambito?

Possiamo fare diversi esempi, a partire dal progetto B-WaterSmart, che punta a ottimizzare il riuso delle acque reflue in ambito industriale e agricolo, riducendo il consumo di acqua potabile e favorendo l’efficienza delle risorse.

L’acqua è un tema chiave anche per l’Alleanza Digitale per l’Italia, che stiamo promuovendo per accelerare la trasformazione digitale del Paese attraverso una piattaforma aperta a istituzioni, imprese e partner tecnologici. Siamo fieri, quindi, che la Community Valore Acqua per l’Italia di Ambrosetti abbia accolto nel Libro Bianco dell’Acqua appena pubblicato la nostra proposta di creare un “Sistema Acqua”, una piattaforma nazionale per raccogliere e integrare i dati sui consumi idrici di tutti i gestori del servizio, così da avere una visione d’insieme della disponibilità e dell’utilizzo della risorsa idrica, migliorando la pianificazione e la gestione.

Come pensa che l’Italia possa posizionarsi come un benchmark europeo nella gestione sostenibile dell’acqua, e quali sono i passi concreti che il Paese deve compiere per raggiungere questo obiettivo?

Il nostro Paese deve adottare una governance unificata e superare la frammentazione delle politiche idriche, così da perseguire il progressivo adeguamento delle tariffe per la sostenibilità economico-finanziaria degli investimenti. È fondamentale aumentare i budget di spesa nelle infrastrutture digitali, potenziando la diffusione di smart meters, sistemi di misura dei consumi, fatturazione e monitoraggio avanzati.

L’Italia ha tutte le competenze e le tecnologie per emergere come leader in questo settore. Ciò che serve è una visione strategica a lungo termine, in grado di integrare innovazione, investimenti e sostenibilità in un unico piano di sviluppo per il sistema idrico nazionale.



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