(ASI) Da tempo, ormai, l’intelligenza artificiale (AI) sta entrando nella nostra vita quotidiana. Molto prima che potessimo rendercene pienamente conto, questa dirompente innovazione ha cominciato ad inserirsi nei piani di sviluppo di governi e aziende nel quadro di una più ampia rivoluzione tecnologica che, come spesso avviene, sta creando numerose opportunità ma anche ponendo diverse sfide e sollevando non pochi dubbi intorno al suo utilizzo.
Tra questi ci sono certamente le perplessità legate ai rischi per la sicurezza e alla questione bioetica, ovvero alla relazione che andrà a configurarsi nel rapporto tra essere umano e macchina, un ambito d’indagine non certo inedito nella storia della società moderna e post-moderna ma che oggi assume nuovi caratteri e nuove dimensioni alla luce del diffondersi di una tecnologia in grado di sostituirci in molte delle funzioni cognitive che abbiamo svolto in totale autonomia sino a pochi anni fa.
Anche in Cina, dove l’intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante, come dimostra il recente caso di successo di DeepSeek, il dibattito è in pieno svolgimento. Al di là del sistema politico nazionale, che riserva al PCC il ruolo di indiscussa guida di governo del Paese, la discussione tra i nove partiti politici dell’arco costituzionale, e all’interno della società nel suo insieme, è molto più intensa di quanto si pensi.
Venerdì scorso, come riportato da Xinhua, Xi Jinping ha presieduto una sessione di studio del Politburo proprio a questo riguardo, esortando la leadership a «promuovere uno sviluppo sano e ordinato dell’intelligenza artificiale». Nello specifico, il presidente del gigante asiatico ha sottolineato che «la Cina sfrutterà appieno i vantaggi del nuovo sistema per mobilitare le risorse a livello nazionale, sosterrà l’autosufficienza e l’autorafforzamento, darà priorità allo sviluppo orientato alle applicazioni e promuoverà un avanzamento sano e ordinato del settore dell’intelligenza artificiale del Paese verso una direzione vantaggiosa, sicura ed equa».
«Quale tecnologica strategica che sta guidando la nuova ondata della rivoluzione tecnologica e della trasformazione industriale, l’AI ha cambiato profondamente il modo in cui gli esseri umani producono e vivono», ha spiegato Xi, aggiungendo che «il Comitato Centrale del Partito conferisce grande importanza al suo sviluppo, ne ha migliorato la progettazione di alto livello e consolidato gli sforzi di implementazione negli ultimi anni, promuovendo così un avanzamento onnicomprensivo e sistematico della forza complessiva dell’intelligenza artificiale nel Paese».
In Cina, l’AI sta registrando un significativo livello di implementazione in campo industriale e logistico, soprattutto nelle più avveniristiche tra le 22 zone-pilota di libero scambio (FTZ), inaugurate a partire dal 2013 in diverse aree del Paese. Al loro interno, oltre ad un impianto normativo spiccatamente orientato alle imprese, viene sperimentata anche un’infrastruttura digitale particolarmente avanzata, che nel prossimo futuro sarà chiamata a semplificare e migliorare le operazioni portuali, ferroviarie, aeree, doganali, tecniche e amministrative in tutto il territorio nazionale.
Stando alle elaborazioni di Statista Market Insights, la dimensione di mercato dell’AI in Cina dovrebbe arrivare a valere entro quest’anno 46,53 miliardi di dollari (contro i 73,98 degli Stati Uniti), per poi registrare un’impennata nei successivi sei anni con un tasso di crescita annuo composito del 26,89%, sino a raggiungere un volume di mercato pari a 194,19 miliardi nel 2031.
Secondo gli analisti del portale, il mercato dell’intelligenza artificiale in Cina «sta sperimentando una rapida crescita, trainato da fattori quali la crescente adozione delle tecnologie digitali, la domanda in aumento di soluzioni AI avanzate e la convenienza offerta dai servizi on-line». A contribuire all’ascesa del mercato di settore sono soprattutto i progressi compiuti nella robotica AI, nella tecnologia autonoma e a sensori, nella computer vision, nell’apprendimento automatico (ML), nell’elaborazione del linguaggio naturale (NPL) e nell’AI generativa.
Tra le preferenze dei clienti cinesi rilevate da Statista spiccano le soluzioni AI per la vita di tutti i giorni, quali gli assistenti virtuali, i dispostivi smart home e l’esperienza di acquisto personalizzata. Cresce, tuttavia, la domanda di soluzioni AI per l’assistenza sanitaria, come ad esempio il monitoraggio remoto del paziente e i servizi di telemedicina, «spinti dall’esigenza di servizi accessibili ed efficienti, a fronte di una popolazione in invecchiamento e di costi sanitari in aumento».
Per Xi Jinping esistono ancora divari e mancanze in ambiti quali le teorie fondamentali e le tecnologie-chiave. Il leader del gigante asiatico ha quindi esortato a «riconoscere queste carenze e ad intensificare gli sforzi per promuovere in modo complessivo l’innovazione scientifico-tecnologica, lo sviluppo industriale e le applicazioni dell’IA, a migliorare i sistemi e i meccanismi di regolamentazione dell’AI e ad assumere con fermezza l’iniziativa sia nello sviluppo che nella governance dell’AI».
Nella visione del presidente cinese, da un lato ci sono i vantaggi competitivi del Paese: ricche risorse di dati, un sistema industriale completo, un’ampia gamma di scenari applicativi ed un enorme spazio di mercato. Dall’altro esistono tuttavia «rischi e sfide senza precedenti», che impongono di «comprendere le tendenze e i modelli di sviluppo dell’AI e accelerare la formulazione e il miglioramento di leggi, regolamenti, sistemi politici, standard applicativi e linee-guida etiche pertinenti». A questo riguardo, Xi ha indicato quale priorità quella di «istituire sistemi di monitoraggio tecnologico, allerta precoce dei rischi e risposta alle emergenze, per garantire che l’AI sia sicura, affidabile e controllabile».
Al pari di qualsiasi altra tecnologia, l’AI può costituire una «risorsa pubblica globale a beneficio dell’umanità», come sostenuto da Xi, ma anche un pericolo nel caso venga utilizzata per finalità egemoniche. Non è un caso che il leader cinese abbia posto l’accento sull’importanza di intensificare «un’ampia cooperazione internazionale in materia di AI» per aiutare i Paesi del Sud Globale a colmare il divario accumulato in questo settore.
Andrea Fais – Agenzia Stampa Italia
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