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Osservatorio donne e moda: ecco la short list del 2025


Imprenditrici nel tessile, nell’abbigliamento, nella pelletteria, e per la prima volta le antesignane del sostegno alle donne in questo sistema che, con la crisi, sta tornando maschile. I premi assegnati da “Il Foglio della Moda” in collaborazione con PwC Italia saranno consegnati durante una serata danzante sul palco del Teatro Strehler l’8 maggio

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Lo scorso anno, vinsero Brunello Cucinelli fra i grandi brand e Dani come small cap nella categoria “C-Suite”, cioè nella presenza femminile nel consiglio di amministrazione e nei ruoli apicali, mentre il Gruppo Mastrotto vinse nella sezione “Work-family balance e welfare aziendale” e Gucci nella terza categoria, “Empowerment – politiche culturali a favore delle carriere femminili in azienda”. I premi della V edizione dell’”Osservatorio donne e Moda”, sviluppato dal “Foglio della Moda”, l’inserto di cultura e industria della moda del “Foglio”, in collaborazione con PwC Italia saranno attribuiti e consegnati l’8 maggio a Milano, nel corso di una serata danzante presso il Piccolo Teatro Strehler, che per la prima volta concede il proprio palco e retropalco a un evento privato. Sarà anche l’occasione per presentare i risultati della nuova ricerca condotta da PwC Italia e per lanciare i nuovi bandi in lauree STEM con Università Bicocca e Università Bocconi, insieme con le studentesse vincitrici della scorsa edizione, i vertici dei loro dipartimenti e la giuria. La short list è stata creata a partire dalle segnalazioni pervenute da tutte le associazioni di categoria (Altagamma, Camera Nazionale della Moda, CNA, Confindustria Accessori Moda, Confindustria Moda, UNIC) a PwC Italia, che hanno indicato per ciascuno dei criteri soggetti a valutazione le aziende particolarmente virtuose per le pratiche adottate.

A queste segnalazioni sono state aggiunte le aziende membri del direttivo di Camera Nazionale della Moda. Questo primo gruppo di aziende è stato sottoposto a valutazione mediante tre strumenti principali: l’analisi dei bilanci, quando disponibili, l’analisi delle iniziative consultabili online in materia di welfare ed empowerment femminile, le informazioni fornite dalle associazioni di categoria a corredo della segnalazione e le informazioni raccolte attraverso interviste individuali alle imprese stesse. Sulla base della reperibilità delle informazioni e della qualità e quantità delle iniziative svolte in ambito di welfare ed empowerment femminile è stata stilata la short list finale sottoposta al voto dei giurati. Sono state escluse le sole aziende per le quali non è stato possibile reperire alcun tipo di informazione in merito ai criteri oggetto di valutazione. Per la prima categoria, sono in short list: 1 – Effe.Gi.Bi. E’ un’azienda guidata interamente da donne. La presenza femminile nel CdA è pari al cento per cento, ed è rappresentata da Lucia Gazzotti (presidente del Consiglio di Amministrazione e Consigliera, già presidente di Centergross), Anna Gazzotti (Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione e Consigliera) e Giancarla Durighetto (Consigliera) 2 – Manifattura di Domodossola: la presenza femminile nel consiglio di amministrazione è pari al 60 per cento ed è rappresentata da Silvia Polli, Giulia Polli e Chiara Molteni, quest’ultima sia Presidente del Cda sia consigliera delegata. 3 – Moncler. La componente femminile in CdA è pari al 40 per cento a febbraio 2025. In azienda, il 41 per cento del top management è al femminile, il 52 per cento di manager è donna sul totale del management, e inoltre il 56 per cento di junior manager sul totale dei junior manager è donna, e le donne nelle funzioni che generano ricavi sono pari al 55 per cento. Altre peculiarità: le donne in posizioni STEM sono pari al 61 per cento, e la popolazione femminile totale è pari al 70 per cento. Moncler offre inoltre supporto alla genitorialità attraverso agevolazioni come maggiore flessibilità oraria e permessi aggiuntivi per esigenze del bambino per i primi tre anni dalla nascita. Due anni fa ha presentato la nuova politica globale per i neogenitori, New Parents Policy, che offre a tutti i dipendenti dei brand Moncler e Stone Island, indipendentemente dal genere, stato civile o orientamento sessuale e affettivo, sedici settimane di congedo parentale interamente retribuito. 4 – Peserico. Le donne presenti nel cda sono due su quattro: Maria Peserico e Paola Gonella, rispettivamente amministratrice delegata e consigliera, mentre le presenze femminili in ruoli apicali all’interno dell’azienda quattro sulla Spa e sei per il gruppo. L’azienda sostiene asili privati tramite donazioni, e si mostra “disponibile a venire incontro alle lavoratrici con la flessibilità in ingresso o in uscita per meglio gestire l’accompagnamento a scuola dei propri figli, nonché se richiesto a concedere il part-time o periodi di aspettativa”, oltre che a contribuire al pagamento di master formativi.

Per la seconda categoria, “work-family balance”, sono in short list. 1 – Crea – Si sas. L’azienda di Gloria Trevisani, assurta a fama mondiale per aver vestito con il suo brand Opificio Modenese la cantante Carrie Underwood alla cerimonia d’insediamento del presidente Donald Trump, ha solo donne fra le dipendenti, alle quali offre orari flessibili e opportunità di part-time e smart-working. Dona inoltre allo staff ecografia mammaria ed esame senologico. 2 – Eurojersey. Nel 2024, il 42 per cento dei quadri aziendali dell’azienda varesina altamente sostenibile, creatrice dei Sensitive Fabrics, è composto da donne, alla guida di funzioni strategiche come marketing, stile, creazioni, sostenibilità, risorse umane e welfare. Anche nei settori operativi e commerciali, la presenza femminile è significativa: tra i cinque Area Manager, quattro sono donne, così come numerose responsabili di reparti cruciali come Ricerca & Sviluppo, Certificazioni, Logistica e Campionatura. Dal 2008, Eurojersey ha intrapreso un percorso strutturato di welfare che promuove un equilibrio virtuoso tra vita privata e lavorativa: supporto psicologico gratuito costante per dipendenti e famiglie; polizza sanitaria integrativa; mensa con pasti bilanciati e presidi slow food, Palestra aziendale, corsi di pilates, osteopatia; Flessibilità oraria, smart working (attivo dal 2018), part-time agevolato; premi aziendali di risultato e assiduità; piattaforma benefit da 250 euro annui spendibili in servizi per famiglia, cultura e mobilità. Da quest’anno, l’azienda è smoke-free. 3- Gruppo Prada. Oltre ad avere una presenza femminile pari al 45 per cento di donne nel consiglio di amministrazione, il 60 per cento nel collegio sindacale, il 36 per cento tra i procuratori e il 46 per cento nel top e senior management, sta lavorando intensamente per migliorare il Work-family balance e welfare aziendale. Ha lanciato una nuova Parental Policy globale, pensata per promuovere la parità di genere, l’equilibrio tra lavoro e vita privata e l’inclusione professionale. Le disposizioni principali includono: quattordici settimane di congedo di maternità o di maternità 1 completamente retribuito, quindici giorni lavorativi di congedo di paternità o di maternità 2 completamente retribuiti. Il gruppo si impegna inoltre a rendere il rientro al lavoro il più agevole possibile, garantendo la piena continuità salariale e nessuna riduzione della retribuzione dovuta al congedo parentale. Ulteriori misure supportano l’integrazione tra lavoro e vita familiare, con ore di congedo retribuito aggiuntive per l’assistenza all’infanzia fino a tre anni e modalità di lavoro flessibili in caso di grave malattia del bambino. 4 – SITIP S.p.A., storica azienda del bergamasco, specializzata in tessuti alto-performanti. Il suo cda è composto da tre donne su cinque membri, mentre nei ruoli apicali la presenza femminile, ora minoritaria, è in crescita. L’azienda promuove da anni un ambiente di lavoro attento al benessere, attraverso un programma strutturato che include: welfare aziendale tramite conversione del Premio di Risultato (PDR) in beni e servizi; welfare contrattuale previsto dal CCNL Tessile-Moda; Polizza sanitaria integrativa (SANIMODA) e previdenza complementare (PREVIMODA); buoni pasto elettronici per tutti i lavoratori; Flessibilità oraria per il personale impiegatizio; Part-time e orari personalizzati concessi in base a esigenze familiari; Gestione dei rientri post maternità e flessibilità per la genitorialità; cambi turno concordati tra colleghi in base a necessità personali.

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Per la terza categoria, “Empowerment. Politiche culturali a favore dello sviluppo delle carriere femminili in azienda” sono in finale. 1 – Albatros, azienda della piccola pelletteria toscana fondata nel 2001 dalla passione per l’alto artigianato di Roberta Ghini, che lavora per grandi brand. Ha già vinto il premio Women Value Company, attribuito dalla Fondazione Marisa Bellisario, ed è stata insignita del premio della Camera di Commercio di Firenze per la categoria imprese femminili. Nel 2022, ha aderito al Fondo Nuove Competenze 2, dando la possibilità ai dipendenti di partecipare a percorsi formativi in particolare nell’area digitale e di ottenere certificati abilitanti, Quest’anno l’azienda ha aderito al Fondo Nuove Competenze 3, con l’obiettivo di sensibilizzare i dipendenti sulla sostenibilità dei processi produttivi e sull’utilizzo delle risorse per far conoscere ai dipendenti i principi fondamentali dell’economia circolare, dello sviluppo sostenibile, per comprendere l’importanza della riduzione degli sprechi all’interno del ciclo produttivo e attuare pratiche quotidiane atte a minimizzare l’impatto ambientale e dell’empowerment personale. Inoltre, l’azienda ha aderito a progetti della Regione Toscana, sovvenzionati dai fondi PNRR, (corso Propell ed Experience) per l’inserimento di figure professionali nel mondo del lavoro, svolgendo lezioni in aula e percorsi di stage in azienda. 2 – Eurojersey. Ha avviato politiche di assunzione mirate a colmare il gender gap, anche nei reparti tradizionalmente maschili come tintoria e finissaggio e ha avviato investimenti nella formazione continua: nel 2024, il 40 per cento delle ore totali di formazione è stato fruito da donne. Ha attivato inoltre programmi di coaching individuale e workshop per il superamento degli stereotipi di genere e la sensibilizzazione costante su diversity e inclusione rivolti a tutta la popolazione aziendale. 3 –  Miu Miu, gruppo Prada, per il progetto “Literary club” che, sotto la direzione di Miuccia Prada, si prefigge di consolidare il dialogo del marchio con la cultura contemporanea, esplorando i temi della formazione femminile anche in relazione all’amore, al desiderio e all’educazione sessuale, portando all’attenzione delle giovani generazioni il lavoro di romanziere e filosofe del Novecento, da Sibilla Aleramo e Alba De Céspedes a Simone de Beauvoir e Fumiko Enchi, pseudonimo di Fumi Ueda, una delle autrici più rilevanti dell’era Shöwa in Giappone. Tra le altre iniziative di Miu Miu vi è Women’s Tales, la più longeva piattaforma di cortometraggi curati da registe internazionali.

La Giuria è formata da: Erika Andreetta, partner PwC Italia luxury Goods, Fulvia Bacchi, direttore generale UNIC e amministratore delegato di Lineapelle, Rosalba Benedetto, vicepresidente di Banca IFIS, Simona Olga Binetti, presidente della Scuola di Scienze, Università di Milano-Bicocca, Carlo Capasa, presidente di Camera Nazionale della Moda, Giovanna Ceolini, presidente di Confindustria Accessori Moda, Roberta Cocco, senior advisor di Clessidra Private Equity, Maurizio Dallocchio, professore ordinario di finanza, Università Bocconi, Gianfranco Di Natale, direttore generale di Confindustria Moda, Antonio Franceschini, Responsabile Nazionale CNA Federmoda, Fabiana Giacomotti, storica del costume, curatrice de “Il Foglio della Moda”, Stefania Lazzaroni, direttore generale di Altagamma, Gianbattista La Rocca, ceo di NTVspa, Elvira Marasco, founder of the Italian Delegation W20, Elena Salvaneschi, amministratrice delegata TheOne Milano, Claudia Sequi, presidente di Mipel e di Assopellettieri, Roberto Tadini, presidente di AIP, Sergio Tamborini, presidente di Confindustria Moda e ceo di Ratti.

 





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