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Come gestire le flessioni di mercato « LMF Lamiafinanza


Temere le perdite è assolutamente umano. Lo psicologo premio Nobel Daniel Kahneman ha trattato la tematica nella sua teoria dell’avversione al rischio, dimostrando che la frustrazione correlata a una perdita di denaro è maggiore rispetto alla soddisfazione per i guadagni ottenuti. Dunque, l’istinto naturale dell’investitore è quello di abbandonare il mercato laddove esso inizi a crollare, così come l’avidità ci stimola a reinvestire quando i titoli evidenziano netti rialzi. Entrambi gli atteggiamenti possono avere conseguenze negative. Ancora non sappiamo cosa ci riserverà il resto dell’anno. L’investimento intelligente consente di controllare le emozioni, ponendo l’attenzione su ricerche pertinenti, dati solidi e strategie consolidate.

Di seguito sono illustrati sette principi che possono aiutare a combattere l’urgenza di prendere decisioni dettate dall’emotività nei momenti di turbolenza nei mercati.

  1. Le flessioni del mercato sono parte dell’investimento. Nel lungo periodo i titoli tendono a muoversi stabilmente al rialzo, ma la storia ci insegna che le flessioni del mercato azionario sono una parte inevitabile dell’investimento. La buona notizia è che le correzioni (definite come un calo del 10% o oltre), le fasi ribassiste (una flessione prolungata di almeno il 20%) e altri periodi difficili non durano per sempre.
  2. Ciò che conta è il tempo, non il market timing. Nessuno può prevedere in maniera precisa le oscillazioni del mercato nel breve periodo, e gli investitori che rimangono a guardare rischiano di non beneficiare dei significativi apprezzamenti che seguono le crisi di mercato. Dal 1929 alla fine del 2024, ogni flessione pari o superiore al 15% dell’Indice S&P 500 è stata seguita da una ripresa e i rendimenti medi nel primo anno successivo a ciascuna di tali flessioni hanno raggiunto il 52%. Farsi sfuggire anche solo qualche giorno di contrattazione può avere conseguenze negative. Un ipotetico investimento di $1.000 nell’indice S&P 500 effettuato nel 2014, alla fine del 2024 avrebbe raggiunto un importo pari a $2.869. Se tuttavia l’investitore avesse perso solamente i 10 migliori giorni di contrattazione nel periodo, sarebbe rimasto solamente con $1.571, o il 45% in meno.
  3. L’investimento dettato dall’emotività può essere rischioso. Nel 2002 Daniel Kahneman fu insignito del premio Nobel per la sua opera nel campo dell’economia comportamentale, un filone di ricerca che studia i processi decisionali individuali in ambito finanziario. Un risultato chiave dell’economia comportamentale è che le persone agiscono spesso in modo irrazionale nel prendere queste decisioni. Le reazioni emotive agli eventi di mercato sono perfettamente normali. È lecito sentirsi nervosi a fronte di una flessione dei mercati. Ma sono le azioni intraprese in questi periodi che possono fare la differenza tra il successo e l’insuccesso negli investimenti. Un modo per incoraggiare decisioni finanziarie razionali è comprendere le basi dell’economia comportamentale. Capire comportamenti come l’ancoraggio, il bias della conferma e il bias della disponibilità può aiutare gli investitori a individuare potenziali errori prima di commetterli.
  4. Attenersi a un piano prefissato. Creare e attenersi a un piano d’investimento attentamente elaborato è un altro modo per evitare di prendere decisioni d’investimento azzardate, specialmente quando i mercati virano in negativo. Il piano dovrebbe tener conto di numerosi fattori, inclusa la tolleranza al rischio e gli obiettivi a breve e a lungo termine dell’investitore. Un modo per evitare inutili tentativi di prevedere i movimenti del mercato è il cosiddetto piano di accumulo, che prevede l’investimento regolare di un importo fisso indipendentemente dagli alti e bassi del mercato. Tale approccio dà vita a una strategia in cui a prezzi inferiori si acquista un numero maggiore di azioni e a prezzi superiori se ne acquista un numero minore. Nel tempo, il prezzo medio per azione pagato dagli investitori è inferiore. La regolare attività di investimento non assicura profitti né tutela da eventuali perdite. Gli investitori dovrebbero valutare la loro propensione a mantenere gli investimenti quando i corsi azionari sono in calo.
  5. La diversificazione è importante. Un portafoglio diversificato non offre una garanzia di profitto né assicura che l’investimento non perderà valore, ma riduce di fatto il rischio. Ripartendo gli investimenti tra diverse asset class, gli investitori riducono la probabilità di volatilità in portafoglio. I rendimenti complessivi non raggiungeranno i picchi massimi di ogni singolo investimento, ma nemmeno i livelli minimi. Per gli investitori che desiderano limitare lo stress correlato ai mercati ribassisti, la diversificazione può aiutare a ridurre la volatilità.
  6. Il reddito fisso può fungere da contrappeso. I titoli azionari sono componenti importanti di un portafoglio diversificato, ma le obbligazioni possono svolgere un ruolo essenziale di contrappeso. Questo è perché le obbligazioni in genere hanno una correlazione minore con il mercato azionario, il che significa che tendono a muoversi in direzione opposta rispetto alle azioni. Inoltre, le obbligazioni che presentano una ridotta correlazione con le azioni possono aiutare ad attutire l’impatto delle perdite nel mercato azionario sul portafoglio complessivo. I fondi che forniscono questo genere di diversificazione possono aiutare a creare portafogli durevoli, e gli investitori dovrebbero privilegiare i fondi obbligazionari con un solido track record di rendimenti positivi in una varietà di contesti di mercato. Anche se potrebbero evidenziare un potenziale di crescita inferiore a quello delle azioni, i titoli obbligazionari hanno dato spesso prova di buona tenuta nelle fasi di ribasso passate dei mercati azionari. Il sell-off di mercato del 2022 si è differenziato dagli altri, perché molte obbligazioni non hanno svolto il loro ruolo tradizionale di bene rifugio. Ma nelle cinque flessioni precedenti al 2022, le obbligazioni rappresentate dall’indice Bloomberg US Aggregate sono salite per quattro volte e non hanno mai perso più dell’1%.
  7. Il mercato tende a premiare gli investitori con un orizzonte di lungo periodo. È ragionevole aspettarsi rendimenti del 30% tutti gli anni? Ovviamente no. Analogamente, una flessione dei mercati azionari nel corso di alcune settimane non rappresenta necessariamente l’inizio di un trend di lungo periodo. L’economia comportamentale ci insegna che gli eventi recenti esercitano un’enorme influenza sulle nostre percezioni e decisioni. È sempre importante mantenere una prospettiva di lungo periodo, soprattutto nelle fasi di declino del mercato. Nonostante l’andamento altalenante evidenziato nel breve periodo, i listini tendono a premiare gli investitori su lunghi periodi di tempo. Anche tenendo conto dei ribassi, il rendimento medio dell’indice S&P 500 in tutti i periodi decennali dal 1939 al 2024 è stato pari al 10,94%. È normale che nei periodi di volatilità di mercato entri in gioco la componente emotiva. Gli investitori capaci di ignorare le news hanno maggiori possibilità di elaborare una strategia di investimento oculata.

 



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